Il film procede per associazioni d'idee di stampo surrealista e per ricordi che si susseguono sullo schermo, cercando di fornire allo spettatore, più che uno sguardo oggettivo sulla materia narrata, il punto di vista dei folli rinchiusi in manicomio, costretti a una vita squallida di privazioni morali e materiali e talvolta di violenza. Sotto questa seconda angolazione, anche per l'impostazione figurativa, il film perduto (fu ritrovato dal regista in una sua soffitta soltanto nel 1971) di Kinugasa è avvicinabile, più che ai film surrealisti, ai capolavori dell'espressionismo tedesco, come testimoniano alcune inquadrature fatte di forti contrasti tra luce ed ombra. Il risultato è straniante, ma al tempo stesso affascinante. Alla sceneggiatura collaborò Yasunari Kawabata (morto suicida nel 1972), Premio Nobel per la letteratura nel 1968. Poi c'è INCROCI, noto anche come "Ombre dello Yosbiwara". Un ferito (Junosuke Bando) che crede (a torto) d'aver ucciso un rivale, cerca rifugio presso la sorella (Masako Chihaya). Questa chiama un poliziotto (Ippei Sama) che vorrebbe usarle violenza e ch'ella uccide. Ritrovando vivo l'uomo che credeva d'aver ucciso, il ferito rimane sconvolto e muore. La trama, ambientata nell'epoca dei samurai, avrebbe potuto servire di base per un banale melodramma. Kinugasa, al suo secondo film, ne fece invece un capolavoro che ha così definito: "Una sinfonia di grigio nello stile dei Sumi-ye" (acquerelli giapponesi all'inchiostro di China). La sceneggiatura si serviva abbondantemente dei "flashback", mescolava il presente e il passato, l'immaginario e il reale, e l'azione si svolgeva in una scenografia piena d'ombre e di sfumature, stupendamente fotografata. S'è parlato a proposito di questo film giapponese (l'unico, muto, ben conosciuto in Occidente) di una influenza sovietica nel montaggio, ma il suo autore afferma che non conosceva allora i film girati nell'URSS. Non è improbabile però un'influenza tedesca del "Kammerspiel", ma il film rimane profondamente giapponese e non è inferiore alle migliori opere americane, tedesche o francesi degli anni '20.Leggi l'intera recensione
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