Morte sull'Eiger. Il dramma di Claudio Corti e Stefano Longhi

zetarom (55)
100% di feedback positivi
Prezzo:
€ 21,00
Spedizione gratuita
Consegna prevista mer 30 lug - lun 4 ago
Restituzioni:
Le restituzioni non sono accettate, ma l'oggetto è coperto dalla Garanzia cliente eBay.
Condizione:
Nuovo
Nel 1957, sulla parete Nord dell’Eiger si compie un’ennesima tragedia, in cui trovano la morte due alpinisti tedeschi, Northduft e Mayer e l’italiano Stefano Longhi. La riabilitazione di Corti, cui contribuì il libro di Jack Olsen, Arrampicarsi all’inferno, fu parziale e tardiva.

Informazioni su questo prodotto

Informazioni sul prodotto

Nel 1957, sulla parete Nord dell'Eiger si compie un'ennesima tragedia, in cui trovano la morte due alpinisti tedeschi, Northduft e Mayer e l'italiano Stefano Longhi. Unico sopravvissuto, il compagno di cordata di Longhi, Claudio Corti, ragno di Lecco e forte scalatore che da sempre sogna la Nordwand, Su Corti si scatena una campagna mediatica senza precedenti. Con l'autorevole avallo di alpinisti come Harrer, uno dei primi quattro salitori della Nordwand e autore del "Ragno bianco", Claudio Corti viene sostanzialmente accusato di aver lasciato morire il compagno Longhi e di aver addirittura provocato la morte dei due tedeschi, di cui durante i soccorsi non era stato trovato il corpo, per poter utilizzare la loro tenda... Accuse infamanti che solo quattro anni dopo, nel 1961, verranno clamorosamente smentite dal ritrovamento dei tedeschi lungo la parete Ovest, a dimostrazione del fatto che i due, lasciati gli italiani, erano saliti in vetta e stavano scendendo da un altro ...

Identificatori del prodotto

Isbn-108879729136
Isbn-139788879729130
eBay Product ID (ePID)63796085

Caratteristiche principali del prodotto

EditoreCorbaccio

Caratteristiche aggiuntive del prodotto

DisponibilitàIn commercio
Anno di edizione20070000
DimensioniOctavo edition (da 20A 28cm)
Numero di pagine215

Tutte le inserzioni per questo prodotto

Compralo Subito
Qualsiasi condizione
Nuovo
Usato
Nessun punteggio o recensione