Teatro d'ira: la rabbia dirompente del rock viene incalanata nella struttura drammatizzante (appunto teatrale) e così più formalizzante tipica del teatro. È essenzialmente una commedia nel senso più puro del termine. Molta attenzione e molto più spazio rispetto al disco antecedente (in confronto al quale sono evidentemente cresciuti tantissimo) vengono dati al chitarrista, non a caso centrale e in primo piano in copertina. La forza maggiore dei Måneskin in questo disco è però secondo me l'elasticità mentale, la capacità di attingere a generi alieni al rock e inserirli rimanierizzandoli (ci sono influenze anche di generi contemporanei che generalmente poco piacciono di per sé a chi ama questo di genere, ma risultano integrati e rivisitati alla perfezione e quindi senza stonare ma anzi arricchendo!). Non condivido assolutamente la recensione negativa di alcune riviste di settore e di sedicenti esperti che secondo me non hanno prestato sufficiente attenzione né dimostrato la giusta elasticità mentale che dovrebbe essere innata nel caso di appassionati e critici di questo genere musicale.Leggi l'intera recensione
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Ottimo poiché il suono è realisticamente soddisfacente
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Non giudico le canzoni, ma la qualità audio del 33 giri. Sony è sempre una scommessa e se a volte fa cose buone, non è questo il caso. La distorsione dell'ultima traccia di ogni lato da rimpiangere la musica in streaming. Devo aggiungere altro? Peccato, la loro musica merita di più, ma non è colpa della band
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