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Energia ancora e ancora: le batterie ricaricabili 

Portare ovunque i dispositivi elettronici che più ci piacciono e ci fanno compagnia è una conquista del XX secolo. Sin dai tempi del walkman, l’euforia di poter passeggiare e contemporaneamente ascoltare il proprio artista preferito ha reso dei piccoli oggetti protagonisti ed eroi di tanti momenti piacevoli. Le batterie (o “pile”, come anche vengono definite) hanno rivoluzionato il concetto di energia e alimentazione elettrica quando siamo in movimento. In questa categoria, grazie anche ai continui progressi tecnologici le pile ricaricabili hanno conquistato uno spazio particolare tra gli amanti del riuso e della vita “wireless”. Per chiarire, si definiscono batterie ricaricabili quelle il cui livello di carica può essere rigenerato attraverso un nuovo rifornimento di energia elettrica, a differenza di quanto accade per le loro controparti monouso. Le tipologie più comuni e più utilizzate sono le batterie ricaricabili AA e le AAA, rispettivamente pile stilo e ministilo. Quante volte possono essere ricaricate delle batterie ricaricabili? Questo dato è piuttosto variabile e ogni produttore garantisce standard di durata diversi. Ad esempio le pile ricaricabili della Duracell promettono una media di 400 cicli di ricarica. Le batterie “eneloop” a marchio Panasonic, invece, possono essere ricaricate fino a 2100 volte. In linea generale, un metodo per allungare la vita della pila è quello di non attendere che sia completamente scarica per procedere alla ricarica. Infatti alcune tipologie di batterie ricaricabili, come quelle al piombo, si danneggiano più facilmente quando scariche. 

Come smaltire le pile ricaricabili
Utilizzare batterie ricaricabili non significa solo approfittare della loro praticità, ma impegnarsi con un semplice gesto al rispetto per l’ambiente. Nonostante presentino un prezzo più elevato rispetto alle normali batterie, il fatto di risparmiare a tante pile il viaggio nella spazzatura dopo un unico utilizzo è già di per sé innovativo e più affine a pratiche di riduzione dell’impatto ambientale. Insomma, tutto sommato è un costo che vale la pena sostenere se si vuole abbracciare e supportare una filosofia di vita meno inquinante. Tutto ciò non deve far sottovalutare la pericolosità intrinseca dei componenti delle pile in generale, e quindi anche delle batterie ricaricabili. Particolare attenzione va posta quando le batterie sono diventate irrimediabilmente esaurite, e bisogna conferire le pile scariche seguendo le indicazioni stabilite dal proprio comune di residenza. Solitamente vengono creati diversi punti di raccolta diffusi in città attraverso una rete commerciale variegata ed è pertanto diventato molto più semplice smaltire correttamente le batterie di uso comune, senza incorrere in sanzioni.
 

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