Computer vintage

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Collezionare computer vintage

Via via che la tecnologia diventa sempre più sofisticata e prodotti informatici ad alte prestazioni risultano facilmente reperibili, nasce da parte di alcuni il desiderio contrario di possedere dispositivi del passato, ormai obsoleti. Questa ricerca, frequentemente alimentata dal collezionismo, ha come oggetto i retrocomputer, ovvero computer vintage, datati e anacronistici, ma di certo entrati a pieno titolo nella storia e per questo motivo molto richiesti. È chiaro quindi che il valore intrinseco del computer antico non è legato alle sue funzionalità, essendo il paragone con i nuovi modelli assolutamente impensabile, ma piuttosto all’importanza storica e perfino affettiva che queste macchine detengono. Gli stessi prezzi sono infatti spesso irrisori, oscillando tra i 50 € e i 250 € in linea di massima, poiché il venditore è solitamente un vecchio proprietario che vuole disfarsene. È insomma nelle mani dell’acquirente che questi computer diventano preziosi.  

Panoramica dei computer vintage

A partire dal Commodore 64, leggenda nel campo dei retrocomputer, che ha fatto appassionare alla neonata informatica milioni di utenti. È per l’appunto considerato il computer più venduto nella storia, con 20 milioni di esemplari prodotti tra il 1982 e il 1992. Il suo successo è da imputare in parte al prezzo di vendita molto competitivo e in parte alla semplicità di utilizzo, potendo essere collegato direttamente a un normale televisore. Numerose le periferiche e gli accessori compatibili con questo modello, tra cui lettori di floppy disk e stampanti, di grande avanguardia per l’epoca.
Della stessa azienda si può citare anche il Commodore 128, prodotto nel 1985 e compatibile con il precedente Commodore 64. Di conseguenza tutto il parco software di quest’ultimo poteva benissimo funzionare anche sul nuovo modello. In più era stato implementato il sistema operativo giungendo al BASIC 7.0. Piccola curiosità: questo computer contiene per la prima volta un “easter egg”, un messaggio nascosto nel sistema, con i nomi dei progettisti all’interno dell’istruzione SYS32800,123,45,6. Per completare una piccola panoramica dei computer vintage non si può non citare l’Amiga 500, computer che vide la luce nell’anno 1987 e che diventò ben presto un punto di riferimento per gli appassionati di videogiochi. Si distinse per alcune funzionalità quasi sconosciute ai concorrenti come la “pre-emptive multitasking”, ovvero la possibilità del sistema operativo di decidere in base ad alcuni criteri quanto tempo dedicare a un’operazione prima di spostarsi alla successiva. Purtroppo, nonostante il grande potenziale di questo computer, il declino dell’industria home-computer ha comportato la sua estinzione. Resta tuttavia uno dei dispositivi più apprezzati e famosi di sempre tra i fanatici del retrocomputing.