Canne da pesca surfcasting

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Surf Casting: una tecnica oceanica adattata ai nostri mari



Il Surf Casting, letteralmente “lanciare sull’onda”, è una tecnica di pesca in mare, arrivata in Italia negli anni Ottanta, con la quale attraverso lunghi lanci effettuati dalla spiaggia si cerca di catturare i predatori marini. Il Surf Casting originale, praticato nei paesi affacciati sull’Oceano Atlantico, sfrutta l’alta marea e la cosiddetta “mangianza”. Viene così definito il fenomeno che avviene quando i grandi movimenti d’acqua smuovono i fondali sottocosta, prima portando allo scoperto molluschi e crostacei nascosti nella sabbia, poi attirando i loro predatori: grufolatori come l’ombrina, il rombo, la sogliola, o veri e propri killer del mare come la spigola e gli squaliformi. Sul Mediterraneo le ondate di marea sono modeste, ma le tecniche praticate sulle coste oceaniche sono state importate con successo grazie a un accorgimento: il Surf Casting si pratica col mare mosso, quando le mareggiate si infrangono sulla costa, in particolare di notte.


Attrezzature resistenti e ad alta efficienza



Il piacere della pesca sta anche nel dotarsi di un’attrezzatura adeguata e nell’aggiornarla in base alle proprie preferenze e alle abilità acquisite. La canna per Surf Casting deve avere una lunghezza compresa fra i 3,8 e 5 metri e deve poter resistere alle sollecitazioni del lancio a distanza, del moto ondoso e di prede particolarmente grandi. I prezzi variano da circa 30 € per i modelli base fino agli oltre 800 € per i più sofisticati. Le marche maggiormente richieste sono Colmic, Daiwa e Trabucco Fishing Diffusion. Oltre alla canna sarà necessario un mulinello ad alte prestazioni con bobina di tipo “long cast”, capace cioè di contenere almeno trecento metri di filo.Nel Surf Casting anche i piombi sono particolari: devono infatti offrire poco attrito nei voli in aria, ma una certa resistenza al trascinamento del moto ondoso. Adatto allo scopo il “Cono Meloni”, affusolato ma provvisto di scanalature, o lo “spike”, dotato di spuntoni che si ancorano al fondo. Al termine del filo viene montato lo “shock leader”: uno spezzone robusto capace di sopportare la sollecitazione del lancio, sul quale si montano i terminali. Questi possono essere acquistati anche già montati.Inoltre è opportuno dotarsi di stivali appositi e tripodi o puntali alti per mantenere la lenza tesa sopra le onde, e poiché spesso questo tipo di pesca viene praticato di notte, di una lampada da testa.Soprattutto è necessaria una certa dedizione per imparare il lancio. Il più usato si chiama “side”, angolato o meno: la canna viene tenuta alta sopra la testa e mossa con un movimento fluido in cui la mano destra sceglie la direzione, ma è la sinistra, col suo rapido spostamento verso il corpo, a dare il giusto slancio alla lenza.